Questo è il nostro intervento nel Consiglio di Dipartimento odierno a riguardo dei laboratori previsti nel curriculum didattico del Corso di Studi in Scienze della Formazione Primaria.
Il Consiglio accoglie la proposta condividendone l'analisi dei punti esposti.
Il risultato? Tutti i Presidenti dei Corsi di Studi dovranno stilare un documento comune di standard minimi dei laboratori; inoltre la loro organizzazione verrà affrontata nelle commissioni paritetiche dei corsi (laddove queste siano state istituite).
<<Quanto segue, redatto dai
Rappresentanti del Collettivo Nosmet, è frutto delle innumerevoli segnalazioni
e testimonianze di studenti e studentesse del Corso di Studi in Scienze della
Formazione Primaria.
Il Corso di Studi in oggetto ha
tra le varie attività formative, attraverso cui si sviluppa il curriculum, la
presenza del laboratorio «da intendersi come l'analisi, la progettazione e la
simulazione di attività didattiche, nell'intento di raccordare positivamente
gli apprendimenti teorici con quelli applicativi». Teniamo a far presente come
nello sviluppo del curriculum - nel nuovo ordinamento - il laboratorio, che per
definizione è a frequenza obbligatoria, venga inteso come proseguo dell’attività
didattica dei corsi ad esso collegati e in tal senso si sviluppi molto spesso
come lezione frontale a carattere teorico, in altri casi, invece, sia una
riproposizione di tematiche già sviluppate nel corso e tese alla restituzione
dei contenuti di un volume oggetto di esame.
I laboratori, però, non possono essere
“esamini” o “compitini” e la loro valutazione deve prescindere da quella di un
corso. La loro finalità, pur in congiunzione con il corso deve avere un
carattere operativo in quanto, appunto, richiedente analisi, progettazione o
simulazione di attività didattica.
Il sovraffollamento all’interno
delle aule (una media compresa tra i 150 ed i 200 studenti ove sia stata
effettuata una divisione di ordine alfabetico, o 300 laddove questa non sia
prevista), non può giustificare una didattica volta alla riproposizione di
tematiche e rassegnata al numero ingente di studenti che devono frequentare il
laboratorio, bensì deve condurre ad una riorganizzazione ed una
parcellizzazione degli studenti iscritti lungo un calendario prolungato ed
articolato, che consenta numeri congrui e attività operative.
La paura dei grandi numeri e l’impossibilità
di gestione e organizzazione non può e non deve ripercuotersi su studenti la
cui unica colpa è quella di sottoscrivere e seguire un dato piano di studi, un
contratto non solo tra essi e l’Università, ma anche e soprattutto con il
Docente che deve garantire elevati standard qualitativi. Facciamo inoltre
notare come, troppo spesso, la capienza regolamentare dell’aula non sia
rispettata, mettendo a rischio l’incolumità di studenti e docenti, nonché
esponendo Dipartimento, Scuola e Polo a rischi di natura legale.
I laboratori, come ci ricorda il
Regolamento Didattico del Corso di Studi in Scienze della Formazione Primaria, citato
in apertura, devono seguire tre direzioni: analisi, simulazione e progettazione
di attività didattiche.
Per ottemperare a ciò è
necessario:
1) definire obiettivi chiari,
operativi e professionalizzanti; il laboratorio deve quindi tendere
all’acquisizione di competenze operative e di gestione, in stretta correlazione
con l’attività di tirocinio
2) prevedere l’elaborazione di
materiali didattici ad hoc, come materiali di studio e di verifica finale (non
la riproposizione di letture di volumi,
già oggetto di studio nei corsi)
3) suddividere gli studenti per
gruppi ristretti distribuiti nell’arco della settimana o del mese
4) sostenere la frequenza per
ricevere idoneità o valutazione positiva, (a tal fine lo studente dovrà seguire
un numero minimo di ore e raggiungere gli obiettivi minimi assegnati;
eliminando in questo modo la distinzione tra studente “frequentante” e studente
“non-frequentante” come avviene per l'attività didattica dei corsi. Non è
possibile che uno studente “superi” un laboratorio senza mai prendervi parte,
ma semplicemente sostenendo un vero e proprio esame su testi o manuali proposti
dal docente; ciò snatura l’essenza stessa del laboratorio).
Si richiede dunque l’adozione, da
parte del Consiglio di Dipartimento, dei punti sovraesposti come principi
cardine di disciplina e funzionamento dei laboratori previsti nell’ordinamento
del Corso di Studi a ciclo unico di Scienze della Formazione Primaria.
Pur essendo la richiesta inerente
al corso di studi in oggetto, come rappresentanti degli studenti, auspichiamo
che tutti i Corsi di Studi afferenti al Dipartimento di Scienze della
Formazione e Psicologia assumano al loro interno gli stessi principi di orientamento
e funzione.>>
Sono d'accordo quasi su tutto, perché in effetti la maggior parte dei laboratori sono preparati in modo inadeguato e le indicazioni e osservazioni che avete fatto sono più che giuste. Un punto su cui molti di noi però sono in disaccordo (basta fare un giro sui gruppi facebook dei corsi di laurea) è il fatto che il laboratorio sia da intendersi a frequenza obbligatoria, perché nella guida dello studente con riferimento all'anno in cui SCFP nuovo ordinamento è stato inaugurata (2011-12), pag. 75 si legge:
RispondiEliminaRegole di Propedeuticità
La frequenza è vivamente consigliata, ma non obbligatoria. Non sono previste propedeuticità.
Dato che una fetta considerevole degli studenti di questo corso sono lavoratori\fuori sede etc. che stanno cercando di prendere una seconda laurea lavorando, e dato che nel momento dell'iscrizione era scritto chiaramente che la frequenza non era obbligatoria (e inoltre nella guida veniva fatto un continuo riferimento alla possibilità di apprendimento online, cosa che è stata applicata in piccolissima parte e spesso ad uso esclusivo dei frequentanti) imporre a metà corso la frequenza obbligatoria è un ribaltamento del tavolo che bloccherebbe il corso di studio di molti di noi. Questo tenendo conto che i laboratori del corso sono circa una ventina, davvero troppi anche cercando di prendere ferie e permessi vari (lusso che non tutti hanno, dato che la maggior parte di noi ha lavori non tutelati che non prevedono permessi studio)