mercoledì 17 dicembre 2014

Sulla Commissione Paritetica di dicembre...

 Vi avevamo promesso che avremmo portato la proposta sull'abolizione dell'obbligo di frequenza - per i corsi di studi afferenti all'area umanistica (ex Lettere) - nella Commissione Paritetica della scuola... lo abbiamo fatto e quanto segue ne è la cronaca:

- È l'11 dicembre, la Commissione Paritetica è convocata alle 10.00 in sala Comparetti. Spinti da buona volontà e puntualità alle 11.05 i lavori prendono il via.
Convocati: 28. 
Presenti: 10 (di cui 6 studenti).
I docenti in sala sono: Maria Marchese (Presidente della Scuola), Laura Giambastiani (Presidente di Scienze Archivistiche e Storia e Tutela...), Renzo Guardenti (Presidente DAMS), Donatella Pallotti (membro elettivo del Consiglio della Scuola).
Qualche dubbio sul numero legale, ma questo viene subito fugato dopo qualche telefonata... giustificazioni strappate e promesse dallo stampo “arrivo tra 5 minuti”.

- Non esiste un O.d.G. articolato ma un generico “...in vista dell'approvazione della relazione annuale” nonostante sia da luglio che i Collettivi richiedano di mettere in chiaro la discussione sull'obbligo di frequenza
[NOTA: La fantomatica relazione annuale viene inviata, a mezzo mail, a tutti i membri della commissione alle ore 00.14 (dopo sollecitazione, da parte nostra alle ore 11.55 del 10/12), non permettendone la visione a tutti i membri.]

- Come nella migliore delle scuole primarie la Presidente inizia a leggere, virgola dopo virgola, i punti della relazione che, ci teniamo a sottolinearlo, mancano di qualsiasi dato statistico o descrittivo. Ci siamo trovati di fronte quattro paginette al massimo di frasi generiche e di comodo, constatando che non vi era alcun riscontro con le criticità evidenziate nella relazione dell'anno precedente.
[NOTA: le relazioni annuali hanno la funzione, oltre a a quella di vantarsi della lunghezza del proprio fallo, di raccogliere criticità-mancanze-proposte che “costringono” i vari organi (CdS, Scuola, Paritetiche, Gruppi di Valutazione) ad attuarsi nella risoluzione di questi o quantomeno a discuterne... A dicembre 2013 furono messe nero su bianco le nostre istanze su obbligo di frequenza, questionari di valutazione della didattica ed erasmus.]

- Nonostante l'imbarazzo che ci coglie nel constatare l'impreparazione dei docenti presenti (sul merito delle questioni e sulla funzione della relazione), decidiamo di battere sui temi a noi cari.
Questionario per la valutazione della didattica (a cosa serve e come la pensiamo lo trovate qui): sul punto c'è subito un forte interesse da parte dei docenti, tutti compiacenti ed “annuenti”, fin quando ci viene fatto notare dalla Prof.ssa XXXXX,  «[..] però attenti che non diventi uno strumento di ricatto per gli studenti»... Risposta totalmente estranea alla realtà.
Erasmus: è un sistema esclusivo (i numeri e i costi lo confermano) e spesso fallace, lo sappiamo e lo ribadiamo. I delegati al servizio (Prof.ssa Certini e Prof. Brownless) non sono presenti in quanto «loro non fanno parte..», quindi ci tocca fare i conti senza l'oste e non avendo né dati oggettivi né riscontri sulle piccole proposte presentate da noi l'anno precedente, ripresentiamo pari pari le stesse indicazioni: informazione e orientamento al servizio sin dal primo anno, invitare ad approfondire la conoscenza di una lingua straniera sin dall'iscrizione (anticipando nei piani studio l'idoneità linguistica), maggior trasparenza sulle opportunità estere -soprattutto per i tirocini e gli stages-. Discuterne non interessa ai presenti, ci viene ripetuto quanto siano virtuosi singoli corsi (ma non parlavamo di Scuola!?) sia per promozione che per numeri in partenza (anche se, guardando i dati dello scorso anno, parliamo di 119 studenti a fronte dei mila e mila iscritti... brindiamo al successo!)
Obbligo di frequenza: Finalmente giungiamo al momento clou (ripetiamo: a più riprese avevamo chiesto che fosse un punto trattato a sé nell'O.d.G., visto che TUTTI i presidenti dei CdS dell'Area Umanistica ne erano al corrente), chiedendo che venga abolito in base alle seguenti motivazioni (qui il documento completo): 1) chi lavora ed è iscritto a regime ordinario è quasi impossibilitato a dare esami 2) omologazione della norma e semplificazione burocratica a livello di Scuola 3) ritardo nel conseguimento del titolo 4) impedimento, tramite uno sbarramento del genere, ad un qualsiasi studente di anticipare gli esami per il conseguimento della laurea 5)a fronte dell'imminente cambio di rapporto tra crediti e ore di lezione (dal 1/5 attuale al 1/8 richiesto dall'Ateneo.. che poi diverrà 1/7) si creeranno sovrapposizioni continue tra corsi e mutuazioni.

Chiediamo immediatamente una votazione, ma questa richiesta ci viene respinta con fermezza poiché «non possiamo esprimerci a nome dei corsi di laurea»; facciamo notare come non solo TUTTI i presidenti dei CdS siano a conoscenza della questione e della nostra richiesta, ma come sia compito della Commissione Paritetica esprimersi su tali questioni fornendo indicazioni ai Consigli di Studi. A nulla valgono i nostri richiami ai regolamenti e alla funzione dell'organo (unico nel suo genere in quanto composizione: UGUAL numero di studenti e docenti); cerchiamo di far capire la necessità d'una presa di posizione (contraria o favorevole che sia), al di là di una votazione, ma nulla da fare... ci viene detto «la posizione la stiamo prendendo.... scegliamo di discuterne». A questo punto, stanchi di ribadire la solita richiesta ad un'esigua platea di "sordi" e consapevoli della legittimità delle nostre istanze, salutiamo i presenti e ce ne andiamo.

In conclusione,
per l'ennesima volta abbiamo assistito ad una farsa, una delegittimazione di un organo collegiale (forse l'unico “democratico”). I presidenti dei CdS hanno scelto di non presentarsi, rifiutando il dialogo e manifestando quanto sia ampio, forse incolmabile, il distacco tra lo studente di oggi e l'apparato docente.
Agli occhi dei docenti lo studente lavoratore non esiste e non ha ragione di esistere «o lavori o studi». Gli unici lavoratori qui tutelati sono Conti e Baroni, vassalli di un impero decadente e fatiscente.
L'unica preoccupazione che cruccia, notte e dì, i nostri docenti è il cambio di rapporto crediti/ore... che poi questo sia in contrasto con l'obbligo di frequenza vabbè...è un'altra storia e preoccupazione d'altri.
Si tutelano la lunghezza delle vacanze, il minor monte ore possibile per permettere di dedicare tempo alle LORO mille altre attività (quelle assai più remunerative... ah, la fame!).


Collettivo Nosmet
Collettivo Lettere e Filosofia

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